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La mostra “Cesare Colombo. Fotografie / Photographs 1952-2002”, tenutasi nel 2020 al Castello Sforzesco, a cura di Silvia Paoli con Silvia e Sabina Colombo, sottolinea l’interesse di Cesare Colombo, uno dei fotografi più rappresentativi del secolo scorso, per la città di Milano. Al centro della sua attenzione il fattore umano, la riflessione, empatica e militante, sulle condizioni di vita nella metropoli, dal boom economico alla contemporaneità.
È possibile acquistare online il catalogo della mostra, tramite il sito web della casa editrice www.silvanaeditoriale.it
La mostra nella Sala Conferenze Archivio Fotografico – Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” (22 novembre 2018 – 30 gennaio 2019) e il contestuale convegno (22 novembre 2018) hanno voluto rendere omaggio all’importante lavoro fotografico condotto da Carla Cerati, insieme a Gianni Berengo Gardin, alla fine degli anni Sessanta, volto a far conoscere la condizione dei manicomi in Italia. Il lavoro venne diffuso e conosciuto grazie alla pubblicazione nel libro Morire di classe. La condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, curato da Franca Ongaro Basaglia e Franco Basaglia per Einaudi nel 1969.
Il convegno è stato introdotto dai saluti istituzionali di Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano, Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, Silvia Paoli, Conservatore Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano
Durante il convegno sono stati proiettati i filmati: Oltre la soglia, di Ilaria Turba, 2006, 8’19’’; Carla, di Fiammetta Luino, 2016, 26’ 46’’ (accompagnato da un intervento dell’autrice)
Sono qui ascoltabili gli audio degli interventi di:
Alberta Basaglia, vicepresidente Fondazione Franca e Franco Basaglia
Una storia, tanti incontri…
Gianni Berengo Gardin, fotografo
Fotografia come denuncia: Carla Cerati, io e Franco Basaglia
Paolo Barbaro, CSAC Parma
La testimonianza dislocata. Carla Cerati al CSAC
Giovanna Gammarota, critica indipendente, fotografa
Carla Cerati, spirito libero